Joba ha pubblicato il nuovo singolo dal titolo “Tu sei” e rappresenta il brano d’esordio per Giovanni (Baldinuzzi al secolo Joba) come autore e compositore e lo fa tra onde emotive, parole dirette e un’anima sincera.
Prodotto dal giovane talento argentino Kevin Gerz, e fin dalle prime note si percepisce che non si tratta della classica canzone d’amore. È un brano che parla dritto al cuore, con un linguaggio immediato, una melodia accattivante e un’interpretazione autentica, fresca ma carica di significato.
Con sonorità reggae, leggere ma mai banali, “Tu sei” racconta una storia d’amore intensa, tormentata, reale. È quell’amore che ti solleva come un’onda, ma può anche travolgerti e lasciarti senza respiro. Come dice lo stesso Joba: “Un amore ad onda, mi piace chiamarlo così. Ti porta così in alto… quanto poi altrettanto in basso.”
Il testo si costruisce su immagini forti e contrastanti, che racchiudono tutta l’ambivalenza del sentimento: “Tu sei il mio Toradol… il mio arsenico. La vetta più alta del mondo… e il mio baratro.” In una sola strofa, la persona amata diventa sollievo e veleno, musica dance e requiem, sole d’agosto e fulmine. Una scrittura che non ha paura di osare, e proprio per questo arriva dritta, senza compromessi.
Ma “Tu sei” non è solo la fotografia di un amore tossico o finito. È anche un brano che cresce e si trasforma, proprio come fa chi attraversa la tempesta. Nel bridge, Joba apre uno spiraglio alla speranza e alla rinascita: “L’amore a volte fa i giri più strani. Ci lascia sospesi tra mille perché. Ma è l’unico modo per crescere. Riniziare a vivere.” Un brano che parla di tutti noi, di quello che abbiamo vissuto o che stiamo ancora vivendo. Un inno alla vulnerabilità, alla consapevolezza, alla forza che nasce dalla fragilità.
Questo passaggio è il cuore pulsante del brano. Ci dice che sì, l’amore può fare male, ma è anche la prima grande lezione di vita. Quella che ci insegna ad ascoltare, a crollare, a ripartire. Non a caso, il pezzo si chiude con la consapevolezza che anche nel dolore rimane un segno: “La nostra casa non è più la stessa, ogni oggetto profuma di te.”
La produzione è pulita, fluida, con una base ritmica che sostiene il testo senza invaderlo. La scelta di uno stile reggae-pop dona leggerezza e respiro, creando un perfetto equilibrio tra parole e suono. È una canzone che scivola addosso, ma resta dentro.
“Tu sei” è un esordio maturo, sentito, che lascia il segno. Mette ulteriormente a fuoco la crescita di questo artista.
Disponibile sul canale Youtube dell’artista anche il lyric video.
Su tutte le piattaforme digitali.
Bel sound e bel falsetto. Bravo!