Dal 1° gennaio 2025, Soundreef inizierà a operare direttamente sul mercato italiano, senza più ricorrere a intermediari. La notizia arriva direttamente dalla società fondata a Londra nel 2012 da Davide d’Atri, che in pochi anni è cresciuta fino a gestire un catalogo di 43.000 artisti. Tra questi, figurano nomi di rilievo internazionale come Roger Waters, Bob Dylan, Guns ‘n Roses e Nirvana, oltre a una folta rappresentanza di artisti italiani, tra cui J-Ax, Giovanni Allevi, Gigi D’Alessio, Marco Masini ed Enrico Ruggeri.

Una svolta legislativa per il mercato del diritto d’autore
La possibilità per Soundreef di operare direttamente in Italia è il frutto di una recente modifica normativa.
A novembre, il Parlamento ha incluso nel “Decreto Salvainfrazioni” una norma che consente alle entità di gestione indipendenti di entrare a pieno titolo nel mercato italiano del diritto d’autore, superando una precedente liberalizzazione parziale.
“La liberalizzazione avviata negli anni scorsi era incompleta, perché permetteva l’accesso al mercato solo a realtà no-profit”, ha spiegato Davide d’Atri in un’intervista a Wired. “Fino a oggi, abbiamo operato in Italia tramite l’associazione no-profit Lea, creata appositamente per rispettare questa limitazione normativa. Dal 2025, invece, potremo gestire direttamente i diritti d’autore, senza intermediari. Questo avrà un impatto importante sulla velocità con cui trasferiremo i ricavi agli artisti e, più in generale, sulla trasparenza del sistema”.
Secondo d’Atri, il cambiamento non è stato una sorpresa: “Ambivamo a questo risultato da anni e abbiamo seguito con attenzione le decisioni della Corte di Giustizia europea, che hanno spinto il governo italiano ad adeguarsi. Questo passaggio rappresenta un traguardo importante per il mercato del diritto d’autore, che ora è finalmente completamente libero anche in Italia”.

Competizione e crescita del mercato
La presenza di Soundreef ha già avuto un impatto significativo sul settore, contribuendo alla crescita del mercato dei diritti d’autore. “Dopo la parziale liberalizzazione del 2017, il mercato è cresciuto molto, registrando un record di ricavi nell’ultimo anno”, ha aggiunto d’Atri. “La concorrenza tra noi e la Siae, che fino ad allora era monopolista, ha migliorato i servizi per gli autori, spingendo entrambe le realtà a innovare e investire maggiormente”.
Il manager ha sottolineato l’importanza di questa dinamica competitiva: “Quando un autore non è soddisfatto, può cambiare. Questo ci spinge a offrire condizioni sempre migliori. La concorrenza non è solo una sfida, ma un’opportunità per alzare gli standard dell’intero settore”.

Tecnologia e innovazione nella gestione dei diritti d’autore
Uno degli elementi distintivi di Soundreef è il suo approccio tecnologico. A differenza del modello tradizionale, basato su controlli manuali e procedure analogiche, Soundreef utilizza intelligenza artificiale e analisi dei dati per monitorare gli eventi e raccogliere i compensi per gli autori.
“In passato, la raccolta dei compensi per i diritti d’autore era spesso manuale. Per esempio, i borderò – le liste dei brani suonati durante concerti o eventi – venivano compilati a mano, e i controlli sul territorio erano effettuati da rappresentanti locali”, ha spiegato d’Atri. “Questo approccio è inefficiente e poco sostenibile, soprattutto per monitorare eventi di piccola scala”.
Soundreef, invece, ha sviluppato un sistema innovativo che sfrutta le tracce digitali lasciate dagli eventi, come annunci sui social media o sul web. “Ogni evento lascia una traccia digitale. Analizziamo questi dati, li ‘puliamo’ e li utilizziamo per contattare gli organizzatori, che sono tenuti a fornirci i borderò. Se non lo fanno, possono incorrere in sanzioni amministrative. Questo approccio ci permette di essere più rapidi ed efficienti rispetto al passato”. Grazie a questo sistema, Soundreef è in grado di monitorare non solo i grandi eventi, ma anche le realtà più piccole, come i concerti nei club. “La tecnologia è la nostra forza. Abbiamo trasformato un settore tradizionalmente analogico in un modello moderno e data-driven, che offre vantaggi sia agli autori che agli organizzatori”.

Un futuro basato sui dati
Secondo d’Atri, il futuro del diritto d’autore passa dalla tecnologia e dai dati. “Nel settore musicale, fino a pochi anni fa, mancavano i dati. Oggi, invece, siamo in grado di raccoglierli e utilizzarli per costruire strumenti innovativi. Questo non solo migliora la gestione dei diritti d’autore, ma rende l’intero settore più trasparente e sostenibile”.
Con l’inizio del nuovo anno, Soundreef si prepara a un’ulteriore fase di crescita, consolidando il suo ruolo di leader nell’innovazione tecnologica applicata alla musica. La sfida con la Siae e gli altri competitor europei è aperta, ma d’Atri si dice fiducioso: “Siamo pronti a dimostrare che la tecnologia e la trasparenza possono fare la differenza”.

Per maggiori dettagli, è possibile leggere l’articolo completo su Wired.it.