La passione per la musica e le prime cose da valutare

Fare musica è un hobby e tale deve restare, se c’è talento, questo viene fuori ma va coltivato nel modo giusto ed in base alle proprie possibilità.
Non serve farsi illusioni, paragonarsi ad altri emergenti o seguire mode legate al genere musicale o al fatto che un Rkomi a caso è diventato “famoso”.
Ecco, il primo esempio: certamente un personaggio che avrà scritto qualcosa d’interessante, ma sappiamo cosa c’è dietro? Discografici che scommettono e pianificano tutto. Ma sa cantare? Sarebbe emerso nella selezione musicale che c’era negli anni 70/80/90?
Oggi il 50% di quelli che inviano materiale o che ascolto nelle varie playlist condivise tra artisti, non sa cantare e soprattutto non cura la propria produzione. Ricordiamo un dato: ogni mese vengono pubblicati migliaia di brani e quindi l’ultima cosa da fare è quella di illudersi e di fare un ALL-IN. Dev’essere un lavoro graduale.
Partiamo dal concreto, parliamo di quello che può spostare gli equilibri di una canzone. Curare il testo è il minimo, ma poi serve anche saper cantare. Autotune a go-go? Meglio di no, poi in caso di live, tutto viene a galla. Quindi prima di chiudere il brano serve magari inviare il provino a qualcuno competente e farsi dare delle indicazioni. Poi serve stabilire un buon budget per il mixer ed il mastering. Il 50% del successo del brano dipende da questo. Come suona, come viene percepito da chi lo ascolta sulle piattaforme di streaming e/o in radio. Certo, si può spendere anche oltre 500€ ma questo lasciamo fare a Ligabue e compagnia, un buon prodotto alla portata di tutti può arrivare ai 200€.

Avrebbe senso non curare questo aspetto e poi spendere 2000€ per fare un video? Direi di no. Anche l’aspetto del mastering va affidato ad un professionista che dev’essere in grado di capire come calibrare il tipo di voce con l’arrangiamento del brano. L’altro aspetto è quello di capire bene cosa si vuole e soprattutto essere informati. Sapere cos’è e cosa fa un editore, sapere a cosa serve un’etichetta (dev’esser un valore aggiunto sennò meglio farne a meno), sapere come diffondere al meglio il proprio prodotto e questo dipende dal budget.

Esempio; fare un brano e relativo video, aver speso magari 1000 € e poi non spendere il 10% in comunicazione sarebbe una scelta errata.

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