Dopo il singolo Estate con le sue atmosfere umide e malinconiche di spiaggie tristi, tornano i Plus3Nine. Il nuovo singolo Inside è una costruzione compatta e ipnotica, una costante tensione non risolta da ascoltare in loop, quasi un’atmosfera più che una canzone classica.
I Plus3nine si definiscono una dimensione prima che una band, la dimensione sonora. Ed è evidente dal loro stile, una sorta di Ho ucciso paranoia senza l’acido dei Marlene, equilibrato e diretto senza nostalgie retrospettive ma con la voglia, tremendamente attuale, di esprimersi con i colori del rock senza patine e ammiccamenti mainstream (vedasi la patetica riproposizione del rock anni ‘70 totalmente decontestualizzata che rivendono alle nuove generazioni come “fico” e “alla moda”, ma questo è un altro
discorso).
La nota interessante di Inside, il nuovo singolo, è il suo accostarsi alla tradizione rock sperimentale, inglobandone le radici, ma in una chiave fresca e nuova, realmente moderna: la struttura infatti è tensiva, si, ma sfocia in un solo di chitarra, piuttosto che in un solito ritornello, come a dire che spiegare certi momenti con le parole non serve. E allora spazio al chitarrone morbido che gentilmente accompagna l’ascoltatore mentre il groove di sottofondo è rock e dritto. D’improvviso l’angosciante pulsare torna a farla da padrone, fino alla fine del pezzo in cui dominano le ritmiche ossessive e tribali. L’unica cosa da fare, ora, è schiacciare di nuovo Play e farsi cullare dal caldo pulsare dei suoni. Il video che accompagna l’uscita del pezzo è un cartoon post apocalittico che fa venire alla mente in maniera nostalgica un po’ del buon vecchio Paranod Android e qualche passaggio di Do the evolution. Anche in questo caso, la riproposizione non è derivativa ma rappresenta una rielaborazione personale anni ‘20 (perché così saranno chiamati questi anni pandemici). Poetico, delicato. Bello. Aspettiamo il prossimo singolo per stupirci ancora
I Plus3nine si definiscono una dimensione prima che una band, la dimensione sonora. Ed è evidente dal loro stile, una sorta di Ho ucciso paranoia senza l’acido dei Marlene, equilibrato e diretto senza nostalgie retrospettive ma con la voglia, tremendamente attuale, di esprimersi con i colori del rock senza patine e ammiccamenti mainstream (vedasi la patetica riproposizione del rock anni ‘70 totalmente decontestualizzata che rivendono alle nuove generazioni come “fico” e “alla moda”, ma questo è un altro
discorso).
La nota interessante di Inside, il nuovo singolo, è il suo accostarsi alla tradizione rock sperimentale, inglobandone le radici, ma in una chiave fresca e nuova, realmente moderna: la struttura infatti è tensiva, si, ma sfocia in un solo di chitarra, piuttosto che in un solito ritornello, come a dire che spiegare certi momenti con le parole non serve. E allora spazio al chitarrone morbido che gentilmente accompagna l’ascoltatore mentre il groove di sottofondo è rock e dritto. D’improvviso l’angosciante pulsare torna a farla da padrone, fino alla fine del pezzo in cui dominano le ritmiche ossessive e tribali. L’unica cosa da fare, ora, è schiacciare di nuovo Play e farsi cullare dal caldo pulsare dei suoni. Il video che accompagna l’uscita del pezzo è un cartoon post apocalittico che fa venire alla mente in maniera nostalgica un po’ del buon vecchio Paranod Android e qualche passaggio di Do the evolution. Anche in questo caso, la riproposizione non è derivativa ma rappresenta una rielaborazione personale anni ‘20 (perché così saranno chiamati questi anni pandemici). Poetico, delicato. Bello. Aspettiamo il prossimo singolo per stupirci ancora
Articolo di Alquadro
Bel sound!