Alla scoperta di… Luca Sammartino

✍️Cos'è per te la musica❓

📝 ✍️ La musica per me è espressione, verità̀ e connessione. È il modo più̀ diretto per raccontare storie, trasmettere
emozioni e far sentire le persone meno sole. Non è solo intrattenimento, è un linguaggio universale che può
accendere qualcosa dentro chi ascolta.
Il rock’n’roll, in particolare, ha sempre rappresentato libertà e autenticità̀. È la musica della gente comune, di chi ha
qualcosa da dire senza bisogno di filtri o artifici. Per questo faccio rock’n’roll all’italiana: voglio raccontare storie
vere, con un sound che mescola il rock’n’roll americano e la tradizione italiana, creando un ponte tra passato e
presente.
E poi, diciamocelo: la musica è anche energia pura! Quando sei su un palco e il pubblico canta con te, quando un
brano ti fa venire la pelle d’oca, quando una canzone diventa la colonna sonora di un momento della tua vita…
ecco, quella è la magia della musica.

✍️ Qual'è il tuo obiettivo musicale ❓

📝Il mio obiettivo è far riscoprire il rock’n’roll in Italia e farlo diventare di nuovo una musica viva, presente, in cui la
gente possa riconoscersi. Voglio portare il mio "Rock’n’Roll all’Italiana" ovunque: nelle piazze, nei locali, negli
eventi, nelle cuffie di chiunque voglia ascoltare qualcosa di autentico.
Non voglio essere solo un artista, voglio essere un punto di riferimento per chi ama questo genere e per chi cerca
una musica che parli alla gente con semplicità̀, ironia e un po’ di sana ribellione. Voglio che il mio live show, il
"100% Rock’n’Roll Show!", diventi un’esperienza unica, un momento di festa collettiva in cui tutti possano sentirsi
protagonisti.
Alla fine, il mio sogno è questo: fare della mia musica un movimento, non solo un repertorio di canzoni. Un
movimento che celebri la spontaneità̀, l’artigianalità̀, l’imperfezione bella della musica suonata dal vivo, senza filtri
e senza playback… perché́ siamo tutti fenomeni!

✍️ Cosa faresti per la musica Indie❓

📝 ✍️Oggi la musica indie ha potenziale enorme, ma il problema non è tanto la qualità̀ degli artisti, quanto il modo in
cui la musica viene promossa. Viviamo in un’epoca dominata dagli algoritmi e dai social, dove non basta fare buona
musica: serve anche raccontarla nel modo giusto.
Se vogliamo dare più̀ visibilità̀ alla musica indie, dobbiamo:
– Sfruttare meglio i social, ma senza snaturarci. Gli artisti devono trovare il modo di raccontarsi senza trasformarsi in
influencer. La musica deve restare il centro, ma servono contenuti che incuriosiscano il pubblico.
– Creare più spazi live. I locali che fanno suonare musica originale stanno diminuendo. Servono più festival, più
eventi nelle piazze, più serate in cui la musica indie sia protagonista. E snellire burocrazia e costi per
l’organizzazione di questi spazi.
– Unire le forze. Invece di vedere ogni artista come un concorrente, bisognerebbe fare rete: collaborazioni, eventi
condivisi, contenuti incrociati sui social… più ci si aiuta, più la scena cresce.
– Riportare valore alla musica suonata. Oggi si punta troppo sulle hit usa-e-getta e poco sulla musica con un’identità̀
forte. Dobbiamo spingere per una scena musicale che dia spazio a chi ha qualcosa da dire, non solo a chi segue le
mode.
L’indie non deve essere solo un genere, ma un’attitudine: fare musica senza compromessi, rimanendo autentici. Se
riusciamo a farlo arrivare al pubblico nel modo giusto, allora potrà davvero avere l’attenzione che merita.